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1974
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25 ANNI di ARMONIE
Il nostro 25° con i CRODAIOLI (dal libretto pubblicato in occasione della XIX Rassegna Corale Alto Sebino)
Ricorre quest'anno il 25° di fondazione del coro "La Pineta". Per festeggiare questa ricorrenza, torna tra noi Bepi De Marzi con i suoi Crodaioli. Sono venuti la prima volta il 14 Maggio del 1983; una giornata piovosa, rischiarata dalle loro indimenticabili voci, una serata piena di gioia. Tornati il 18 Settembre del 1995, li abbiamo ascoltati ed applauditi senza Bepi bloccato da un'improvvisa e lunga malattia. Ancora una volta, abbiamo fortemente voluto la loro presenza, in questa felice circostanza, per testimoniare l'affetto e la riconoscenza per Bepi De Marzi che è stato per noi, come per moltissimi altri cori di ispirazione popolare, fonte e strumento insostituibile di crescita e di arricchimento musicale e culturale. Come già abbiamo avuto modo di sottolineare altre volte, l'apprendimento di un canto di De Marzi è sempre un vero esercizio musicale; le melodie conquistano immediatamente il cuore, ma sono anche scritte con tecnica sapiente che impegna e stimola il cantore a seguire con attenzione la propria parte nello sviluppo polifonico dell'armonia. I temi, sempre sviluppati con intensa partecipazione poetica, sono anche quelli tradizionali del coro di ispirazione popolare, sempre profondamente umani ed universali, ma insieme ci sono temi che più direttamente prendono spunto dalla poliedrica problematica della realtà che ci circonda: la natura saccheggiata e distrutta, la violenza, l'ncomunicabilità tra gli uomini, ed anche la fede come risposta alla sete di valori della società contemporanea. Il concerto non diventa più, quindi, esclusivamente un momento di svago o piacevole distrazione, ma un'occasione di ripensamento, di lirica meditazione, di corale riflessione sulla propria personale e collettiva realtà. Un'occasione piccola finché si vuole ma certo utile alla crescita di una società migliore, sempre più a misura d'uomo.
La Storia del "Coro La Pineta" Edizione Speciale pubblicata in occasione del 25° di Fondazione del Coro
… Quando la musica bussa alla nostra porta, risveglia memorie da tempo nascoste nelle profondità del passato.
Quando Dio creò l’uomo, gli diede la musica come linguaggio diverso da ogni altro linguaggio.
Il canto degli uccelli sveglia l’uomo dal sonno della notte e lo invita a unirsi ai salmi intonati all’Eterna Saggezza che ha creato il canto degli uccelli.
E quella musica lo induce a chiedersi il significato dei misteri contenuti nei libri antichi.
Quando gli uccelli cantano, chiamano i fiori dei campi, parlano degli alberi, o fanno eco ai corsi d’acqua? Poiché l’uomo, con la sua intelligenza, non può sapere cosa dicono gli uccelli. Nè cosa mormora il ruscello né cosa sussurrano le onde quando toccano la sabbia lente e leggere. L’uomo, con tutta la sua intelligenza, non può sapere cosa dice la pioggia quando picchietta sul vetro…
… Ma a volte, a volte l’uomo piange ascoltando dei suoni, e nel profondo del suo cuore il creato diviene musica, e questa musica ali, ali che lo innalzano con il corpo e lo spirito e in quel momento, in quel momento solo, allora l’uomo comprende il canto dell’Universo…
da “Le parole non dette…” di Kahlil Gibran
Fotografie, ritagli di giornale, riviste, tutto è pronto per il viaggio a ritroso di 25 anni con e per gli amici del coro. Manca la musica; ecco la cassetta nello stereo e, come per incanto, le voci del coro "La Pineta" creano l'atmosfera necessaria a ripercorrere nella memoria questi cinque lustri di vita. Subito sorge spontaneo un interrogativo: come è possibile che, alla soglia del 2000, in un mondo preda della fretta e dell'indifferenza in cui la solitudine e la noia la fanno da padrone, alcune persone di ogni età e varia estrazione sociale, prive di ogni professionismo vocale, si trovino insieme per tanti anni, si sobbarchino un lavoro di preparazione intenso e faticoso, senza alcun guadagno anzi, spendendo spesso di tasca propria? La risposta è semplice: perché si è amici e si è accomunati da una immensa passione per il canto popolare. Dicevamo, innanzitutto, perché si è amici, e la prima qualità dell'amicizia è la "condivisione": condividere, cioè, l'impegno nel realizzare un progetto comune, condividere la gioia nel vederlo realizzato, condividere anche le immancabili difficoltà e le eventuali delusioni, condividere per stare insieme, per sentirsi vivi, non solo fisiologicamente. Noi oggi siamo qui anche per testimoniare questo, e 25 anni di vita corale ci danno ragione di pensare che abbiamo scelto una buona strada. E il collante che ci ha tenuti insieme, nonostante gli inevitabili momenti di crisi e di dubbio, è la smisurata passione per il canto popolare. "Là dove senti cantare, sosta tranquillo! La gente cattiva non canta" ha scritto uno del pubblico al termine di un concerto. Nell'immagine, di rara finezza evocativa, è la verità, l'intimo significato del canto popolare, ma di quello alpino in modo precipuo, se è vero che, nato e tramandato gelosamente tra le montagne dove il tempo scorre più lento, meglio ha resistito alle influenze di certa "modernità", che tende a dissacrare i sentimenti genuini dell'uomo. Ma dove trae tanta forza questo canto per sfidare il tempo, per resistere all'usura di una pratica secolare? La risposta va ricercata nella formazione del gusto e del linguaggio espressivo della gente semplice che, sul piano emotivo, rispecchia i sentimenti nati e cresciuti nel profondo dell'animo popolare. Zoltan Kodaly, il grande musicista ungherese che ha dedicato un'intera vita alla scoperta del folklore musicale magiaro, amava dire che un canto popolare è come un proverbio, non lo si può scrivere perché nasce dalla saggezza della gente, dalle osservazioni e dalle emozioni di secoli. Nel canto popolare si può leggere la storia della esistenza dell'uomo con i suoi momenti ora gioiosi, ora tristi; si può ricomporre lo spaccato di realtà umane e culturali, si può individuare il canovaccio su cui è intessuta la vita del singolo e della comunità; e tutto ciò espresso con accenti poetici altamente emotivi e coinvolgenti. Scrive, in proposito, Milan Kundera: "La canzone popolare è nata come una stalattite. Una goccia dopo l'altra, essa si rivestiva di nuovi motivi e di nuove variazioni. Veniva tramandata di generazione in generazione, e chiunque la cantasse vi aggiungeva qualche cosa di nuovo. Ogni canzone popolare è opera di più autori, tutti comparsi dietro la loro creazione".
Le prime timide note...ma poi... Ma ritorniamo a noi. Come è nato questo coro "La Pineta"? È l'estate del 1974 quando un gruppo di amici, provenienti da corali parrocchiali, sente il desiderio di tentare questa nuova esperienza del coro di montagna. I primi incontri informali sono intorno al tavolo di un'osteria dove si intonano "a orecchio" i canti della SAT. Altri ascoltano e queste semplici melodie conquistano il cuore. Il gruppo cresce, si consolida sempre più, l'entusiasmo è grande. La voglia di costruire qualcosa di più definito e stabile porta il gruppo di cantori in erba, che fanno riferimento a Claudio Petenzi ed Eugenio Turla, alla ricerca di qualcuno che indirizzi meglio la loro voglia di cantare e che imposti e modelli quelle voci ancora grezze ed incolte. Così con l'arrivo del maestro Antonio Cocchetti, il coro, comincia a far palpitare il proprio, ancor debole, ma ben ritmato cuoricino. È nato ufficialmente il coro "La Pineta". Nascono i primi canti, le prime armonie a due e poi a quattro voci. Le prove si tengono presso un'aula dell'Oratorio di Corti S. Antonio messa a disposizione dal Parroco Don Giovanni Lazzaroni, co-fondatore e indimenticato sostenitore del coro. Difficile esprimere la trepidazione, per non dire la paura, dei primi concerti; ma quanta gioia nel vedere che gli sforzi vengono ricompensati dal calore e dall'affetto delle tante persone che vengono ad applaudire le nostre serate, ad eccitare il nostro entusiasmo.
Nel 1978 il maestro Cocchetti, per motivi di lavoro, deve lasciare il coro e, nell'autunno dello stesso anno, una serie di fortunate coincidenze, favoriscono l'arrivo di un altro direttore, Innocenzo Maranta, che sta ultimando gli studi universitari. La giovane età, l'aspetto un po' fragile, la voce sottile ed una certa timidezza traggono in inganno la maggior parte dei coristi. Nel giro di poche settimane, però, l'amico è già diventato un maestro preciso, esigente, determinato, dotato naturalmente di uno straordinario carisma che cattura, oltre che l'attenzione, anche la simpatia di chi lo accosta, per la spontaneità e la familiarità. Il gruppo aumenta di numero, i coristi sono più di trenta.
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nuovo Amico.
Nasce un sodalizio che si interrompe, momentaneamente, solo nel periodo in cui il "Dutur", così ormai lo chiamano, svolge il servizio militare. Il provvidenziale intervento di un caro amico e grande maestro, il compianto Luigi Soardi, che ha formato generazioni di cantori, permette al coro di continuare la sua preparazione anche in quel periodo. I mesi trascorrono ed anche la naja e così, al ritorno di Innocenzo, il coro riprende in pieno la sua attività: nuovi concerti, una nuova divisa, nuove idee, nuovi progetti. Nel mese di Ottobre del 1980 organizza la prima Rassegna Corale dell'Alto Sebino; da allora, puntualmente ogni anno, cori più o meno famosi della Lombardia, del Veneto, del Trentino, del Piemonte, della Germania giungono a Costa Volpino per proporre la propria esperienza musicale. Nel 1985 ecco arrivare la prima occasione per portare il nostro canto anche oltralpe: la tournée nella lontana Bulgaria, ospiti del coro "Koral" di Sophia. L'incontro con una realtà culturale, sociale, politica profondamente diversa dalla nostra (il muro di Berlino è ancora saldamente in piedi) resterà un momento indimenticabile per la crescita, non solo musicale, di tutto il coro.
Un imprevisto invito da parte dell'amico Heinz Hermann, segretario personale del Sindaco di Stoccarda, Manfred Rommel (figlio della famosa volpe del deserto), ci porta, nel mese di Aprile del 1988, in Germania, più precisamente a Herrenberg, una stupenda cittadina medievale della Foresta Nera, e poi a Stoccarda, unico coro straniero a partecipare al Stuttgarter Chortage con un memorabile concerto alla Mozartsaal della città. L'emozione di quella serata resterà sempre nel nostro cuore. Al ritorno in Patria la fotografia a colori del Coro sulla prima pagina dell'Eco di Bergamo ci riempie di meritato orgoglio, quanto gli ampi consensi della stampa tedesca che elogia la freschezza ed il particolare colore della nostra vocalità. L'esperienza ci ha galvanizzato e sempre più forte si fa il desiderio di incidere alcuni canti del nostro iniziale repertorio.
Dopo alcune faticose sedute presso una casa discografica di Brescia, vede la luce il nostro disco "RIFUGIO BIANCO", che prende nome da uno dei più bei canti di Bepi De Marzi, autore dalla fervida vena poetica e musicale, che è stato ed è tuttora per noi modello importante ed insostituibile per l'evoluzione del modo di cantare.
dal grande Bepi De Marzi... un'emozione straordinaria.
Nel mese di Dicembre del 1987, partecipando ai "Canti dell'Avvento" a Vienna, tra un concerto e una visita ai monumenti della città, facciamo un incontro che segnerà la storia del coro: Robert Mölter, presidente del Coro "Glück Auf" di Bochum (Germania). È simpatia a prima vista e l'inizio di un rapporto di amicizia che lega i due cori e, in un secondo tempo, coinvolgerà anche il Corpo Musicale di Costa Volpino. Così nel 1990 eccoci nella grande città della Westfalia, vicino a Colonia, nel bacino della Ruhr, la regione mineraria ed industriale più importante della Germania. Vi ritorneremo con la Banda Musicale nel 1993 ed ancora nel 1997 per festeggiare i 125 anni di vita del Coro "Glück Auf". Molti i concerti; suggestivo quello informale nello stupendo Duomo di Colonia (che emozione quelle voci che si perdono nelle alte volte gotiche della cattedrale!), un vero successo quelli tenuti nella Chiesa di S. Maria Magdalena a Bochum. Come dimenticare l'incredibile, silenziosa, quasi religiosa attenzione del pubblico tedesco durante la nostra esibizione e, al termine, l'esplosione di scroscianti e interminabili applausi! Le manifestazioni di sincero apprezzamento, le lusinghiere critiche della stampa locale ci sconvolgono e ci ripagano di tanti sacrifici ed ore di prove.
profonda amicizia.
voci e suoni, uno splendido connubio.
di Costa Volpino.
Ma non c'è tempo da perdere, bisogna lavorare, provare, cercare nuove espressioni musicali, tenere sempre vivo l'interesse, crescere. Gli impegni non mancano; i concerti (in media venti all'anno), e le rassegne corali ci chiamano in vari paesi della Lombardia, del Veneto, del Trentino con due capatine fino in Umbria. Nel 1996 siamo a Weggis, sul lago di Lucerna (Svizzera), per ricambiare la visita a Costa Volpino del Coro "Männerchor". Il lago è incantevole (sembra un po' di essere a casa nostra), l'ospitalità del Coro e, particolarmente, del suo Presidente Mario Buffoni, magnifica. Chi afferma che gli Svizzeri sono freddini, poco socievoli, ha modo di ricredersi.
Nel mese di Marzo del 1998, dietro invito della corale "La Crécelle" di Florennes, ci rechiamo in Belgio, nella regione delle Ardenne. Il clima freddo del nord è mitigato dalla calorosa accoglienza di questi nuovi Amici. Diversi i concerti, emozionante l'incontro e la cena con gli emigranti italiani (ci scappa anche qualche lacrima). Visitiamo Bruxelles e Namur, capoluogo della regione, e, imprevista quanto gradita circostanza, cantiamo alla S. Messa celebrata dall'Arcivescovo di Namur, André Léonard che parla perfettamente italiano (ha studiato alcuni anni a Roma) e con squisita cortesia ci rivolge una breve omelia. Ci sentiamo veramente onorati.
sentire "a casa", nonostante le centinaia di km che ci separano dalla nostra Valle.
d'Europa che ci accoglie con calore e ospitalità.
Quanti ricordi ci tornano alla mente ripensando a questi venticinque anni! Ci vorrebbe un libro intero per raccontarli tutti. Quanti volti di persone care che hanno aiutato il Coro con il loro contributo: ricordiamo, innanzitutto i Coristi che cantano ed hanno cantato e che sono i veri pilastri del Coro, i laboriosi Consiglieri, i Presidenti ed i Segretari che si sono succeduti in questi anni ed hanno lavorato senza risparmio per organizzare le varie manifestazioni e per far quadrare i bilanci. Come non ricordare i tanti Amici che hanno seguito e sostenuto concretamente il nostro Coro. Il Comune di Costa Volpino, sempre disponibile nei nostri confronti, che grazie anche alla tenace volontà di Bortolo Baiguini, segretario per tanti anni del coro, nel 1990 ci ha assegnato una sede definitiva dove poter provare, raccogliere i nostri ricordi, ordinare una efficiente segreteria. Non è possibile non ricordare il Maestro Emilio Del Prato, Amico della prima ora del Coro; da questo incontro è nato un meraviglioso connubio tra musica e pittura che tanto successo ha ottenuto in Patria ed all'estero. Un grazie di cuore alla Comunità Parrocchiale di Corti S. Antonio con il carissimo Don Tommaso Melotti per la generosa ospitalità con cui, da sempre, ci accolgono. Per noi è una grande gioia partecipare alle loro, alle nostre, celebrazioni liturgiche. Un pensiero riconoscente ancora a tutti gli Amici commercianti, imprenditori, insostituibili sostenitori che ogni anno, in occasione della Rassegna Corale, vengono incontro alle necessità economiche del Coro. Senza di loro non sarebbe stato certamente possibile questo nostro pellegrinaggio canoro che ci ha permesso di far conoscere Costa Volpino in Italia e in altri paesi d'Europa. Grazie a tutti per l'affetto e l'amicizia che ci avete dimostrato e, da parte nostra, una promessa: continuare questo viaggio per incontrarci nuovamente, con l'aiuto di Dio, tra venticinque anni con la stessa gioia, lo stesso entusiasmo di oggi.
"primi" 25 anni...
RASSEGNE CORALI ALTO SEBINO
Un appuntamento fisso, ormai, da 19 anni nel quale abbiamo avuto il piacere di ospitare nuovi e vecchi Amici di tanti e tanti Cori... Ecco una carrellata di immagini che è come un viaggio nel tempo, per noi e per chi ci segue.
"... chi vuol esser lieto sia!!!"
... La vita di un Coro è costellata di impegno e di buona volontà, ma soprattutto di spirito di amicizia e di condivisione, se poi ci si mette anche un po' di allegria, beh!... la ricetta per l'entusiasmo è completa!
... Ma per fortuna c'è il "dottor Bernardus" con l'antidoto giusto contro la stanchezza!!! (Barbera e buonumore!!).
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